A seguirlo, con la sua telecamera, il videomaker toscano Marco Bartolomei con la collaborazione giornalistica di Antonella Pederiva.
Sceglie Spoleto per il suo
tour, Patti Smith, grandissima ed indiscussa sacerdotessa del rock.
Un altro grande successo per Athanor Eventi che, in collaborazione
con il comune spoletino, si aggiudica un’artista che ha lasciato
un’impronta indelebile nella strada della musica. Amata, discussa,
donna dai profondi ideali, la carismatica Patti è un mito, un’icona
per intere generazioni. Cantautrice, poetessa, musicista, fotografa,
scrittrice, pittrice, scultrice, in ogni ambito esplorato, Patti ha
lasciato un segno e tracce di sé. Un concerto, quello del 3
dicembre, al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti, che si preannuncia
memorabile. A seguirlo, con la sua telecamera, il videomaker toscano
Marco Bartolomei con la collaborazione giornalistica di Antonella
Pederiva.
GRANDE SUCCESSO PER
L’AZIENDA AGRICOLA SAN LORENZO DI PONZONE (AL).
di
Antonella Pederiva
Una vera tradizione non è
la testimonianza di un passato concluso, ma una forza viva che anima
e informa di sé il presente. E’ una frase del compositore russo
Igor Stravinskij che ben si adatta al percorso di Mariangela,
Fedele e Davide Lauria. Un mondo, il loro,
non di note musicali ma di gusto, di retrogusto, di sapori, di odori,
di aromi. E’ la sapiente disposizione delle note sul pentagramma
che crea un capolavoro, è la sapiente miscelanza di tante
caratteristiche che crea l’eccellenza. L’essenziale è invisibile
agli occhi, diceva il Piccolo Principe, ma non sfugge al palato. La
straordinarietà del formaggio semistagionato San
Martin, non è sfuggita ai giudici
dell’Italian Cheese Awards,
come non è sfuggito loro il talento di questi tre giovanissimi
casari, che negli ultimi anni hanno portato il nome dell’azienda
paterna ai vertici nazionali. Nasce nel 1998, dalla passione di
Francesco Lauria, l’Azienda Agricola San
Lorenzo di Ponzone (AL), dal suo amore per
gli spazi aperti, per gli animali, per la natura. Un vecchio casolare
ristrutturato, immerso nel verde dei boschi piemontesi, una decina di
capre, che con gli anni sono diventate 510. Anni di sacrifici e di
rinunce condivisi con la famiglia, con i tre figli. Centro
Congressi di Verona Fiere, 27 ottobre. Tra i
33 finalisti, ci sono loro, 21, 27 e 29 anni, i loro visi tradiscono
la loro emozione, sorridono ma il cuore trema d’orgoglio e di gioia
mentre ricevono la preziosa statuetta. Hanno passato tutte le
selezioni, in una competizione con più di 1400 partecipanti. Non ci
sono più dubbi. E’ il San Martin il Formaggio
di Montagna 2019, un prodotto unico, prodotto
con il solo utilizzo della munta del mattino, la cui cagliata viene
rotta più volte, salata, pressata in forma, lasciata asciugare per 7
giorni e 7 notti, lasciata stagionare in cantina per 60 giorni, per
ottenere una pasta dal sapore complesso e importante, una pasta
profumata e delicata. Il segreto di questo successo è nella capacità
di questi tre ragazzi di evolversi, di sperimentare, restando però,
nel contempo, fedeli alle origini. Le loro capre pascolano felici in
un territorio incontaminato, alla ricerca delle erbe migliori che
arricchiscono il prodotto di aromi. Il risultato è questo: un
formaggio completamente artigianale e sano, ottenuto lavorando il
latte crudo, senza l’utilizzo di nessun additivo chimico. Un lungo
applauso li accompagna. Di loro si sentirà ancora parlare, o meglio,
per loro parleranno i loro formaggi.
“Il signor Palomar
pensa che in ogni formaggio c’è un pascolo, un cielo, e un segreto
diverso tramandato per ognuno da secoli e secoli. Non è questione di
scegliere il proprio formaggio, ma d’essere scelti. Perché tra
formaggio e cliente, c’è un rapporto reciproco. Ogni formaggio
aspetta il suo cliente, si atteggia in modo d’attrarlo, con una
sostenutezza o granulosità un po’ altezzosa, o al contrario,
sciogliendosi in un arrendevole abbandono. (Palomar. Italo Calvino)”